Ci occuperemo delle problematiche legate alle strutture di sostegno dei denti cioè alle malattie parodontali, che sono legate esclusivamente ad un problema di tipo infettivo, cioè di placca batterica.
Naturalmente è importante anche la valutazione dei fattori genetici , in quanto la risposta personale gioca un ruolo fondamentale nell’opporsi ad un attacco batterico.
Il perdurare nel tempo di un processo infiammatorio porta alla progressiva distruzione dei tessuti di sostegno della dentatura fino alla perdita dell’elemento dentale.
Esistono varie forme di malattia parodontale, associata prevalentemente a fattori genetici, di maggiore o minore suscettibilità del soggetto. Si può partire dalle gengiviti (prima fase della malattia parodontale): il sanguinamento gengivale spontaneo o durante lo spazzolamento è un segno di infiammazione da non trascurare, che può degenerare in parodontite.
La parodontite si sviluppa nel corso del tempo: dalle forme prepuberali , a quelle giovanili, a quelle progressive e refrattarie che dipendono dalle caratteristiche della flora batterica.
Nell’ ambito dei geni del sistema HLA vi è una zona che determina risposte anomale a germi gram-negativi. Anche se tali malattie sono generate da germi, alcuni fattori associati al diabete ne aumentano la gravità: il diabetico seleziona batteri più “virulenti”, può avere deficit immunitari che permettono una ridotta funzione di alcune cellule e maggiori difficoltà nei processi riparativi, manifesta una risposta infiammatoria esagerata.
Per questo il diabete comporta una maggiore incidenza delle malattie parodontali, fino a 2-3 volte superiore al normale.
Si riscontra anche la possibilità di trasmissione esogena dei batteri, che riguarda le famiglie con casi di malattie parodontali, sia attraverso lo scambio di germi per via orale, sia attraverso trasmissione genetica di suscettività alla malattia.
Il fumo è un altro grave fattore di rischio, che tra l’altro rende vano in molti casi il risultato delle terapie (in oltre il 90% dei fumatori il risultato svanisce entro 5 anni).
Per ridurre il rischio della malattia parodontale è necessario mantenere un buon controllo metabolico (Hb < 8) ed eliminare le infezioni sistemiche, che aiutano anche a ridurre il fabbisogno di insulina.
La parodontite si sviluppa soprattutto a partire dai 17-18 anni per raggiungere livelli di una certa gravità oltre i 25 anni. A livello preventivo è consigliabile effettuare un test genetico di suscettibilità alla malattia (esame della saliva), eseguire test microbiologici con sonda al DNA (prelievo dal solco gengivale), valutare la situazione familiare, oltre ad effettuare una scrupolosa e regolare pulizia del cavo orale e della dentatura , evitare il fumo e eseguire regolari controlli professionali.
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