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La Redazione

Diabete Infantile

Associazione e Volontariato


 

Una nuova spinta all’associazionismo è certamente venuta dalla legislazione nazionale che riconosce il volontariato.

Pur con tutti i difetti di una legge troppo dettagliata e pertanto di abbastanza difficile applicazione per i non addetti ai lavori (vale a dire per quasi tutti quelli che ritengono un loro dovere fare del volontariato) è finalmente arrivato il riconoscimento della funzione sociale e solidaristica di chi si occupa degli altri.

Fare del volontariato significa porre come scopo della propria vita non solamente il proprio benessere (il che è certamente desi­derio umano) ma anche aiutare chi soffre, nei limiti e con le possibilità di ogni singolo.

Sono così sorte associazioni di volontariato che mirano ad aiutare i malati di cancro, oppure le persone ricoverate in ospedale e che non possono contare su assistenza e questo è forse lo sbocco più comune della spinta solidaristica.

Altri si occupano dei problemi collegati alla famiglia in crisi e la funzione di queste associazioni per la vita è stata richiamata anche dalla legge istitutiva dell’aborto.

Attualmente le associazioni che erano sorte per la tutela di interessi interni agli associati (appunto l’aiuto ai giovani diabetici e alle loro famiglie) possono cogliere l’opportunità di coinvolgere altre persone sensibili al problema e che vedono questo lavoro nell’associazionismo come mezzo per utilizzare risorse in esubero in favore di chi si trova in stato di necessità.

Già la famiglia del bambino diabetico è chiamata ad un grosso sforzo per poter colmare i bisogni del giovane e con il termine famiglia intendiamo non solamente i genitori, ma anche i fratelli, i parenti. Non sempre comunque coloro che sopportano il peso sono in grado di sensibilizzare e fare opera di proselitismo ed ecco quindi l’opportunità di cooptare anche altri in questa attività. L’associazione diventa così il luogo di confronto di esperienze, di scambio di aiuto, di sostegno nel momento del bisogno, ma anche luogo in cui ci si diverte e si supera la tristezza. Il ragazzo e la sua famiglia devono trovare collaborazione e darla ed è proprio il sapere che qualcun altro sa e c’è se serve, che fa si che la vita venga affrontata con più serenità.

Non va inoltre dimenticato che l’interazione fra persone non malate di diabete e persone malate può essere estremamente utile al fine di fornire spunti, idee, consigli per dare il senso di quella comunità in cui tutti cercano di operare per il bene comune. Questo è vero soprattutto per le associazioni che si occupano di minori in quanto il bambino dovrebbe essere al centro della collettività: è su di lui che si fondano le speranze future, è lui il futuro cittadino e quindi ogni attività, ogni lavoro speso per il bene del bambino si traduce in un vantaggio futuro per tutti. E sul bambino che l’adulto deve investire perché lui sarà l’uomo di domani. Sarà di estrema soddisfazione per chi ha lavorato in questo senso vedere che è riuscito a costruire, o almeno ad aiuta­re a costruire, una vita più completa e facile per questi futuri uomini.

Dal lato più strettamente pratico ed operativo, sarebbe auspicabile una maggiore semplificazione di tutte le attività burocratiche che si accompagnano alla legge sul volontariato, anche se non va dimenticato che talvolta le precauzioni imposte dal legislatore mirano proprio ad evitare che l’associazionismo sia snaturato della sua funzione solidaristica e venga utilizzato in modo distorto e anomalo.

 

 

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